Vaccini, miocarditi e infarti

Da tempo antivaccinisti e sanitari "alternativi" sollevano il dubbio di una correlazione tra l'aumento di miocarditi e infarti e la somministrazione di vaccini: qual'è la verità?

Ingresso Pronto Soccorso ospedale "G. Saliceto" di Piacenza

Da diversi mesi si sta facendo strada tra antivaccinisti, medici “alternativi” e sostenitori del complotto, l’idea che vi sia un aumento di casi di infarto e miocarditi imputabile alla somministrazione dei vaccini contro la Covid-19.
Questa convinzione si basa sulla semplice osservazione dell’aumento dei problemi cardiaci registrati nello stesso periodo delle vaccinazioni di massa, ed essendo una constatazione superficiale viene facilmente inquadrata e proposta da soggetti che la usano come bias di conferma delle loro opinioni.

Vaccini, miocarditi e infarti

Prima di approfondire l’argomento “correlazione” è anzitutto necessario conoscerne a cosa ci si riferisce con vaccini a mRNA, miocarditi e infarti.

I vaccini solitamente constano nella somministrazione di un virus (o batterio) indebolito, oppure una parte di esso, allo scopo di permetterne il riconoscimento al sistema immunitario, il quale una volta “registrato” provvederà a generare specifici anticorpi atti a distruggere l’intruso.
I vaccini a mRNA funzionano in modo simile ai classici, tuttavia a differenza di questi ultimi non contengono l’agente patogeno che si vuole contrastare ma bensì le istruzioni che consentono alle cellule di produrre un pezzo di virus o batterio (un braccio) sufficiente per consentire all’organismo di capire com’è fatto tutto intero, di “registrarlo” e produrre specifici anticorpi con i quali distruggerlo.

La miocardite è una infiammazione del muscolo del cuore (miocardio), avente origine generalmente da infezioni virali, farmaci, droghe, sostanze tossiche o malattie autoimmuni, mentre più raramente da batteri, funghi o protozoi. Sebbene siano noti gli elementi scatenanti, nella maggior parte dei casi non è possibile determinare quale di essi sia stato determinante nello specifico episodio. A livello virale, i virus coinvolti sono principalmente Coxsackievirus, Citomegalovirus, virus dell’epatite C, Herpes virus, HIV, Virus dell’influenza A e B, Adenoviru o Parvovirus. I farmaci scatenanti possono essere alcuni chemioterapici, antibiotici o antipsicotici, mentre tra le sostanze tossiche vi sono le droghe (come cocaina e anfetamine). Nel caso di malattie autoimmuni (e infiammatorie sistemiche) si tratta in genere di lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sclerodermia o sarcoidosi.
Le conseguenze di una miocardite sono molto variabili: vanno da uno stato asintomatico con danni che talvolta si scoprono casualmente anche dopo anni, a necrosi dei tessuti e scompensi cardiaci o alla morte.

L’infarto è la necrosi del muscolo cardiaco in seguito a un insufficiente apporto di sangue e ossigeno (ischemia). Generalmente gli infarti sono causati da accumuli di colesterolo e lipidi (aterosclerosi) che riducono il flusso del sangue al cuore, o da un trombo che ostruisce una o più arterie coronarie (quelle che irrorano il muscolo cardiaco) bloccando in tal modo l’apporto di ossigeno, mentre più raramente sono causati per dissezione o embolia coronarica, oppure su coronarie sane per spasmo delle coronarie, condizioni di grave anemia, insufficienza respiratoria, grave abbassamento della pressione, aritmie importanti. Un trombo si forma a causa della rottura improvvisa di una placca aterosclerotica, un’alterazione della parete arteriosa dovuta ad un accumulo di grassi, proteine e tessuto fibroso, che si sviluppa lentamente all’interno di una coronaria.
Fortunatamente le conseguenze di un infarto non sono sempre gravi, tuttavia spesso portano a una letale fibrillazione ventricolare.

L’allarme dei titoli del dubbio

A fronte di un aumento di casi di infarto e miocardite fin dal periodo della vaccinazione di massa, un ampio ventaglio di personaggi, profili social, media “indipendenti”, siti e blog antivaccinisti e sostenitori del complotto, cogliendo la palla al balzo hanno subito promosso l’idea di una correlazione tra problemi cardiaci, morti e vaccini, confezionando titoli e post d’effetto sensazionalistico.
Negli articoli e post che vengono pubblicati, allo scopo di rendere maggiormente autorevole il messaggio, spesso sono raccolte le opinioni di persone popolarmente note o i risvolti di studi apparentemente seri: è tuttavia bene considerare che le opinioni di addetti ai lavori valgono su fenomeni già casi di studio (altrimenti rimangono pensieri privi di riscontro) e gli studi bisogna saperli leggere e valutare.

Una critica lettura di quanto proposto è necessaria, in quanto il pensiero scientifico non considera automaticamente vere le affermazioni di persone autorevoli che però non si basano su studi scientifici già pubblicati e noti. Gli studi anzitutto non devono essere pubblicati su riviste predatorie* (sostanzialmente, che pubblicano la ricerca solo in cambio di soldi), non devono essere smentiti da altre ricerche fatte in seguito o ritirati dopo la pubblicazione a causa di gravi errori. Non da meno, per evitare condizionamenti dei bias, sarebbe meglio che gli studi non siano retrospettivi (ovvero, basandosi su eventi chiave del passato aumentano la possibilità che il conduttore inquini le informazioni).

Alcuni punti proposti come prova in modo ricorrente nei post di denuncia sono, per esempio, malori improvvisi e morti accidentali “registrati in ogni parte d’Italia”, aumento esponenziale infarti, scomode rivelazioni di addetti ai lavori e incredibili scoperte di studi, dati riportati dai siti di segnalazione effetti avversi VAERS (USA)-Yellow Card System (UK)-EudraVigilance (EU).

Castelli di sabbia

Il modo con il quale i sostenitori del dubbio sollevano accuse e pontificano correlazioni tra vaccini e malattie cardiache, può rendere le argomentazioni effettivamente attendibili, ma un approfondimento critico degli argomenti che propongono fa emergere numerose incongruenze, errori ed omissioni.

Gli studi tanto citati da NoVax e complottisti, che li hanno presentati come dimostrazione della correlazione tra vaccini e malattie cardiache, condotti dell’Ottawa Heart Institute (pubblicato su medRXIV)* e dell’Associazione Israeliana per le Emergenze MDA con Christopher L. F. Sun, Eli Jaffe (pubblicato su Scientific Report, non Nature come talvolta indicato, ndr)*, si sono dimostrati inconcludenti, malinterpretati o sbagliati. L’Ottawa Heart Institute dopo la pubblicazione ritirò il suo studio in quanto i ricercatori si accorsero di aver sbagliato dei calcoli (determinanti)*, mentre la ricerca israeliana è stata malamente interpretata e strumentalizzata**.
Numerosi invece, sono gli studi che dimostrano la mancanza di un determinante rischio di contrarre malattie cardiache in seguito alla vaccinazione (specialmente a mRNA) e dimostrano invece l’estraneità dei vaccini rispetto a problemi cardiaci di massa****** con livello di rischio ridotto al minimo: Age and sex-specific risks of myocarditis and pericarditis following Covid-19 messenger RNA vaccines, Association Between Vaccination and Acute Myocardial Infarction and Ischemic Stroke After COVID-19 Infection, Carditis After COVID-19 Vaccination With a Messenger RNA Vaccine and an Inactivated Virus Vaccine, Epidemiology of Myocarditis and Pericarditis Following mRNA Vaccination by Vaccine Product, Schedule, and Interdose Interval Among Adolescents and Adults in Ontario, Canada, Myocarditis With COVID-19 mRNA Vaccines, Myocarditis after Covid-19 Vaccination in a Large Health Care Organization, Myocarditis Associated with mRNA COVID-19 Vaccination e Risk of Myocarditis After Sequential Doses of COVID-19 Vaccine and SARS-CoV-2 Infection by Age and Sex sono alcune ricerche. Interessante è anche l’articolo “Miocarditi, pericarditi e vaccino a mRNA contro il COVID-19. Expert opinion della Società Italiana di Cardiologia” che la Società Italiana di Cardiologia ha redatto a riguardo sul Giornale Italiano di Cardiologia.

I sistemi di raccolta segnalazioni avverse VAERS, Yellow Card System e EudraVigilance, operanti rispettivamente negli Stati Uniti, in Regno Unito e nell’Unione Europea, non sono vere e proprie cartelle cliniche ma sono semplicemente raccolte di informazioni anche liberamente inseribili da chiunque e che non sono soggette ad alcun tipo di verifica. Gli utilizzatori possono difatti affermare di essere diventati verdi dopo il vaccino, oppure di aver mal di stomaco sempre a causa del vaccino (dopo essersi scofanati pure i pesci dell’acquario a un cenone).
A queste condizioni va da sé che i dati non siano da ritenere come “Bibbia”, e che solo persone competenti possono interpretarli filtrando solo le segnalazioni con buona probabilità realmente imputabili al vaccino.

Aumento di problemi cardiaci: non una novità

Leggendo titoli e post, sembrerebbe che vi sia stato un boom di malattie e problemi cardiaci** come conseguenza della somministrazione dei vaccini, tuttavia anche considerando quanto sopra si tratta di una correlazione forzatamente associata dai pregiudizi dei propri bias: chi è contro i vaccini non lo è in quanto ha approfondito i reali benefici e le reali controindicazioni, magari leggendo gli studi e valutando la situazione nel complesso, ma lo è poiché tutto ciò che non conosce deve rientrare nei pregiudizi stabiliti dai suoi limiti culturali e psicologici ed essere interpretato per adattarsi ad essi.

E’ già dall’inizio della pandemia, nella prima metà del 2020, che i cardiologi lanciavano l’allarme riguardo una notevole riduzione di accessi all’ospedale*, registrando un dimezzamento degli interventi di angioplastica primaria “anti-infarto”* e denunciando il conseguente pericolo di aumento della mortalità* come da studio Population Trends in Rates of Percutaneous Coronary Revascularization for Acute Coronary Syndromes Associated With the COVID-19 Outbreak pubblicato sulla rivista Circulation.
Il trend di svalutazione dei problemi cardiaci e delle relative visite continua fino al 2022, quando con una nuova indagine condotta tra novembre 2021 e gennaio 2022 dalla Società Italiana di Cardiologia emerge un quadro di tagli a interventi, ricoveri, esami diagnostici e visite ambulatoriali** che rischia di far tornare la mortalità per infarti e ictus a livelli di 20 anni fa.

La mortalità per infarto e ictus rischia ora di tornare ai livelli di 20 anni fa.

Società Italiana Cardiologia, febbraio 2022

Non solo tagli a prevenzione e cure: determinante anche la Covid-19

I tagli alla prevenzione e alla cura delle malattie cardiologiche, non sono l’unico motivo di un incremento di malattie cardiache**: un altro fattore è legato all’infezione da Covid-19****** come dimostrato da diversi studi***** anche antecedenti all’arrivo dei vaccini: uno di questi stima che circa 2,4 pazienti ogni 1000 ricoverati per Covid-19 sviluppano una infiammazione cardiaca, di questi il 40% lo fa in modo grave. La miocardite è stata registrata come causa di morte in alcuni pazienti affetti dal Coronavirus*.

I tagli a prevenzione e cura delle malattie cardiologiche e la Covid-19 si potrebbe pensare a questo punto che siano le principali cause dell’aumento di malattie cardiache anche gravi, tuttavia escludendo i rari casi da vaccino potrebbe esserci anche un terzo potenziale fattore (e chi cerca i complotti sarà soddisfatto di averne finalmente trovato uno): l’Azitromicina.
Il celebre principio antibiotico, meglio noto con il nome commerciale Zitromax, prescritto fin dall’inizio della pandemia come bicchieri d’acqua da molti medici “alternativi” e dissidenti ai loro numerosi pazienti malati di Covid-19 nonostante gli sconsigli per vari motivi di AIFA e della comunità scientifica (fin da aprile 2020)*** fino a farlo esaurire dagli stock**, può causare ritmi cardiaci potenzialmente fatali come già segnalato da AIFA ad aprile 2013* in riscontro dello studio Azithromycin and the Risk of Cardiovascular Death, pubblicato nel 2012. E’ necessario considerare che il risultato di questo studio è stato più volte ridimensionato da altre ricerche oppure riabilitato generando incertezza sui reali rischi del farmaco****, ma anche volendo propendere per un ridimensionamento dell’allarme la sua somministrazione indiscriminata su pazienti già sensibilmente provati dalla Covid-19 rappresenta comunque un potenziale indice di rischio***.

Resta chiaro che, alla luce di tutto ciò, se l’Azitromicina da sola potrebbe rappresentare un rischio per i soggetti vulnerabili anche livello cardiovascolare (oltre a rinforzare l’antibiotico-resistenza), in combinazione con l’Idrossiclorochina gli effetti negativi e potenzialmente pericolosi aumentano ulteriormente***.

Miocardite e infarto: le vere cause

L’aumento di miocarditi e infarti è un fenomeno che da tempo viene denunciato (e sì, anche prima della comparsa dei vaccini a mRNA) e affligge numerose persone, tra le quali anche giovani sportivI. Il fenomeno è imputabile a diverse cause, tra le quali sbagliati stili di vita, mancanza di prevenzione e cura, sopravvalutazione del proprio stato di salute, infezione da Covid-19 e assunzione di farmaci non idonei. Nel complesso insieme di una moltitudine di individui e casistiche, rispetto i precedenti fattori la causalità dei vaccini è da considerarsi rara, al contrario di quanto sostenuto da alcuni soggetti che intendono promuovere la vaccinazione come possibile prima causa nonostante l’assenza di studi scientifici in grado di dimostrarlo.

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